“L’amore e la violenza” è il nuovo disco dei Baustelle. Un album da assaporare partendo dal singolo che l’ha anticipato, “Amanda Lear”
“Citazionismo e vintage sono termini che ricorrono quando si parla dei nostri dischi, ma sono due parole che non si possono usare”, ridono i Baustelle.Stiamo parlando di “L’amore e la violenza”, il loro nuovo disco di inediti e, in particolare, del suono che hanno dato a queste canzoni. “Noi crediamo che i suoni siano importantissimi, e di conseguenza lo sono anche gli strumenti usati. Nel nostro caso, tonnellate di sintetizzatori analogici, un mellotron (una specie di primordiale campionatore), organi, chitarre acustiche ed elettriche”.
Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini raccontano così “L’amore e la violenza”, nato con il meccanismo classico dei Baustelle: prima la musica, poi i testi.
“In genere funziona così”, spiega Francesco Bianconi. “Poi, siccome con gli ultimi due album ho un po’ sofferto della crisi da pagina bianca, mi devo dare dei temi per superarla. Con questo disco mi sono imposto una gabbia e un argomento, tristemente banale, come il mondo in guerra”.
Baustelle, l’amore ai tempi della guerra
Siamo in guerra? “Sì, anche se è diversa da quelle che conosciamo. È una guerra che entra nel privato, nell’intimo, allora perché non scrivere canzoni d’amore in tempo di guerra?”.
Già, questione le scelte: “Noi facciamo quello che facciamo perché presupponiamo un pubblico intelligente. Bisogna avere fiducia in chi ascolta, noi lo facciamo”.
A febbraio partirà il tour dei Baustelle, nei teatri: “Questo disco non è adatto per questo tipo di ambiente, ma nei teatri ci siano trovati bene in passato e abbiamo scelto di cogliere questa sfida”. La data zero sarà il 26 febbraio all’Auditorium San Domenico di Foligno.