Il nuovo album di Emis Killa, “Terza Stagione” è entrato direttamente al primo posto della classifica dei dischi più venduti della settimana FIMI/GFK
Partenza fulminante per “Terza stagione”, il terzo album del rapper milanese Emis Killa: è entrato direttamente al primo posto della classifica dei dischi più venduti della settimana FIMI/GFK; nella settimana di uscita, inoltre, “Terza stagione” si è mantenuto stabile anche al primo posto della classifica Top Album di iTunes.Si tratta di un disco di puro rap, senza censure né filtri, che vede la partecipazione di Neffa, Maruego, Fabri Fibra, Jake La Furia, Coez e Giso e Jamil, e tocca diversi temi: dall’abuso di alcool all’amore ossessivo, passando per la distanza sociale tra città e periferia e l’uso di droghe leggere.
Emis Killa: l’intervista
Partiamo dalla copertina, che ti ritrae come un pugile su uno sfondo rosa.
Il colore rosa è casuale. Il disco era stato concepito per girare attorno al tema del ‘cult’. Le foto sono incentrate su quello, avevamo scelto colori pastello che si rifacevano agli anni ’80. Poi strada facendo abbiamo cambiato il titolo dell’album, che avrebbe dovuto essere Cult, appunto. Ho pensato che dopo aver pubblicato il singolo omonimo sarebbe stato già tutto bruciato, non ci sarebbe stato altro da dire. La copertina così com’è risulta molto d’impatto, e fa fare delle domande a chi la guarda. Mi sono messo in posa un po’ alla Rocky (ride, nda).
Veniamo al titolo “Terza stagione”.
Metaforicamente, riprendo la stagione televisiva di Emis.
Come ‘senti’ questo disco?
Big Fish si è occupato della direzione artistica, coproducendo e amalgamando tutto. Credo che questo sia un disco più vario, magari un po’ meno omogeneo rispetto ai precedenti. Ha tante sonorità diverse, alcuni pezzi sono stati scritti tempo fa, altri sono molto più nuovi. C’è dentro tutto quello che oggi mi sento di poter fare.
E per quanto riguarda i temi?
Mi lascio trasportare, una base mi fa venire in mente delle cose e io seguo il flusso dei pensieri. Ad esempio, per “3 messaggi in segreteria” ho pensato a un ragazzo che chiama una ragazza: era nata, cioè, come una canzone d’amore. La seconda frase che ho scritto però aveva preso un gusto amaro, allora ho scelto di seguire la direzione indicata dalla canzone stessa, di denuncia contro la violenza sulle donne. Io sono uno specchio della società, scrivo quello che respiro anche se magari non lo vivo direttamente. Sarebbe un po’ ipocrita fare solo canzoni positive, o autobiografiche. A volte dare uno strattone con una canzone fa bene, anche sbattendo in faccia le cose ai ragazzi che magari non guardano i tg, non leggono, e così non sanno le cose che succedono attorno a loro.
“Su di lei” è un brano estremamente forte…
Ne sono consapevole, e infatti ho molto pensato se inserirlo nel disco. Ma, per quanto il testo sia forte, sono cose che ho sempre cantato. Non sono solo quello di “Maracanã”. Se mi si conosce e mi si ascolta dall’inizio, se si conosce la mia storia, si capisce che “Su di lei” è declinata in chiave ironica. Io faccio rap, se i genitori accompagnano i figli ai miei concerti e restano delusi perchè canto certe canzoni, allora non mi conoscono. Forse è il caso che, con onestà, io rimetta un piede nel fango.
Stai già pensando al prossimo tour?
Stiamo lavorando ai primi spunti. Speriamo di fare una figata, è la parte più bella del mio lavoro.
Sono già state annunciate due anteprime del live, con biglietti disponibili in prevendita: 20 marzo – Alcatraz, Milano, e 27 marzo– Atlantico, Roma.
Guarda il video dell’ultimo singolo estratto dal disco, “Parigi feat. Neffa”: