E’ uno dei due aspetti critici del processo di valutazione, come sottolinea Stefano Caselli (Università Bocconi)
Gli stress test sono un appuntamento atteso che appassiona e preoccupa i mercati finanziari. Ma sono anche un esercizio delicato di vigilanza: l’impatto mediatico, che tende a prevalere, genera delle conseguenze per gli andamenti dei corsi azionari delle banche e per i policy maker, spiega Stefano Caselli, professore di finanza dell’Università Bocconi.
Altro aspetto critico è la continuità di queste sollecitazioni: requisiti di vigilanza, richieste di ulteriore capitale dalla Bce e le raccomandazioni che derivano a fronte dei risultati degli stress test rischiano, incalzando continuamente il sistema bancario, seppure a fin di bene, di produrre risultati non positivi. Le banche italiane si trovano in mezzo a queste due criticità. Per due motivi, spiega ancora Caselli: le banche italiane sono piene di titoli di stato e gli speculatori utilizzano quindi le banche come proxy per speculare sul debito italiano; inoltre , il nostro sistema è fatto di troppe banche.
Questo spiega perché oggi gli istituti di credito italiani siano sotto attacco, sebbene i loro fondamentali siano solidi. Rimane il problema dei non performing loans, conclude Caselli: oggi la strada maestra dovrebbe essere quella di un grande intervento pubblico.