Un nuovo disco di inediti, “Alt”, e due concerti all’Arena di Verona per Renato Zero. L’intervista
Renato Zero ha pubblicato “Alt”, nuovo album di inediti. Un ritorno in grande stile, a tre anni da “Amo”, con 14 brani che affrontano i temi del sociale, delle battaglie civili, del lavoro, della fede e anche dell’amore in tutte le sue declinazioni. Il 1° e il 2 giugno Renato Zero tornerà a esibirsi live all’Arena di Verona.
Renato Zero: l’intervista
Nuovo disco, nuova avventura…
Io non mi arrendo, dovrete sopportare ancora una volta la mia scelleratezza, questo mio modo di combattere la crisi della discografia. Una discografia che considera gli artisti come piccoli robot che producono soldi, e non come esseri umani. Comunque, questo disco parla di oggi, del sentirsi al mondo in queste ore. Io sono più abituato alle veggenze, quindi per me questo è un atteggiamento insolito.
Quale messaggio vuole portare “Alt” a chi lo ascolta?
Questo disco si rivolge a chi non vuole stare in panchina, rassegnato al tempo e in pantofole. La realtà che viviamo mi ha sollecitato un intervento quasi obbligatorio: per tutti noi parte una guerra quando si deve fare la spesa, l’Italia ha svenduto tutto. Abbiamo bisogno di abbracciarci, di un contatto tra noi. Questa realtà dei fatti passa attraverso i pori della pelle di un artista. Io sono figlio di un poliziotto e di un’infermiera che hanno avuto in casa il fenomeno, lo hanno accettato e aiutato, quindi io appartengo alla moltitudine, a voi, ai vostri malesseri e anche alla vostra felicità.
E il brano “Gesù”?
L’assenza di Gesù si sente. Dio potrebbe essere un’entità lontana, Gesù invece è uno di noi. Bisogna che Gesù torni qui.
Alla fine sei più arrabbiato o disilluso?
Io sono un sollecitatore. Questo è il mio mestiere. La mia ricetta per questi tempi io l’ho data: è nel disco, filtrata attraverso la mia esperienza e la mia mentalità.
Cosa ci puoi dire sui concerti all’Arena?
Verona mi deve tre malleoli (ride facendo riferimento a un vecchio incidente subìto, nda). Fare un concerto è il modo più autentico per presentare un disco, in un tempo in cui la tv ha poche offerte allettanti. [A questo punto, Renato parte deciso, nda] Alcune sere fa qualcuno ha messo in rete “Alt”, prima che fosse messo in vendita. E’ mancato il rispetto nei confronti del mio lavoro, ho investito anche economicamente per produrre il disco con una serie di collaboratori e musicisti – che ringrazio. Dico alle persone che hanno fatto questo gesto di non venire più ai miei concerti, di non acquistare più i miei dischi.