Esce oggi “La forza di dire sì”, album di Ron con 24 duetti, 1 brano corale e 2 inediti a sostegno di Aisla e della ricerca sulla Sla
“La forza di dire sì” è un doppio album con 24 duetti con grandi artisti della musica italiana (Marco Mengoni, Lorenzo Fragola, Francesco Renga, Emma, Giuliano Sangiorgi, Max Pezzali, Jovanotti, Malika Ayane, La Scelta, Kekko Silvestre, Giusy Ferreri, Pino Daniele, Lucio Dalla, Elio e le Storie Tese, Loredana Bertè, Biagio Antonacci, Francesco De Gregori, Luca Barbarossa, Arisa, Nek, Mario Biondi, Gigi D’Alessio, Syria, Niccolò Fabi, Bianca Atzei) sui brani più conosciuti di Ron, 2 inediti e una canzone corale (“Una città per cantare”) che vede uniti tutti i cantanti che hanno aderito al progetto, insieme a Neri Marcorè.
Ron: un disco per sostenere Aisla e la ricerca
Questo è un disco, doppio, fatto di grandi duetti: lo scopo è raccogliere fondi per la ricerca contro la Sla, cosa che avevi già fatto 10 anni fa.
Con “La forza di dire sì” si avvera un sogno fantastico per me. Il primo album andò bene. Ci eravamo detti di ritrovarci dopo 10 anni ed eccoci qui, con ancora più amici, tutte persone fantastiche. Il disco è venuto benissimo.
Oggi la musica vive di affanni. Avete pensato che la vendita dei dischi potrebbe non essere quella di – appunto – 10 anni fa?
Io sono molto fiducioso, anche se ormai di dischi se ne vendono pochi. Questo è un album che non attacca la malattia se uno lo compra, anzi dà inizio a qualcosa di importante – la raccolta fondi. Quale disco è mai uscito con 24 cantanti tutti insieme che cantano un brano non del loro repertorio e uno tutti insieme? E poi è un album a lungo raggio, per età. Penso per esempio a Lorenzo Fragola o Emma, con tutti i follower anche giovani e giovanissimi che hanno sui social: sono seguiti in ogni loro respiro, anche se fanno qualcosa per un disco non loro. Anche questo serve a promuovere il progetto. Inoltre, stiamo pensando a un grande concerto: è un’idea che va organizzata e amplificata nel modo giusto.
Con quale criterio hai coinvolto i colleghi?
Nella scelta dei cantanti sono andato a istinto. Qualcuno manca. Ad esempio Morandi era oberatissimo con Baglioni (che era nel primo album) per il loro progetto “Capitani coraggiosi”, gli Stadio erano a Los Angeles a lavorare al loro disco. Ecco perché non ci sono.
A quando risale il duetto con Pino Daniele?
Il duetto è del 2002. Pino ha suonato la chitarra e ha fatto le controvoci in “Non abbiam bisogno di parole”. Il mio è un omaggio a lui, e nel disco ovviamente c’è un omaggio anche a Lucio (Dalla, nda) con “Chissà se lo sai”.
Rispetto a 10 anni fa, com’è cambiata la sensibilità nel contesto sociale verso questo tipo di proposte?
I valori oggi stanno perdendo il loro peso, per cui non è facile fare certe inziative. Ecco perché con questo disco ho voluto esagerare. Se avessi potuto, avrei chiamato 100 cantanti. Per fortuna il mondo della musica è ancora indispensabile per tutti quanti noi, anche se è difficile comunicare certi temi.
Quanta parte degli incassi per cd andrà ad Aisla?
Noi, io e gli amici coinvolti, non prendiamo percentuali. La nostra parte andrà ad Aisla, al netto delle spese.
L’artista Marco Lodola ha creato un cubo di Rubik luminoso, in plexiglass, che è stato firmato da tutti i cantanti che hanno aderito al progetto e che è stato messo all’asta su CharityStars a favore, naturalmente, di Aisla.