Si chiama Manuela Paruzzo, ma quando canta è Miele. Al Festival di Sanremo porta il brano “Mentre ti parlo”, in gara nelle Nuove Proposte
Miele: il suo Festival
“Mentre ti parlo” è la prima canzone che ho scritto. Dopo una violenta discussione al telefono con mio padre, ho cominciato a scrivere parole di rabbia e di amore allo stesso tempo. La canzone racconta l’esigenza naturale di ogni figlio di tagliare i fili di un legame ormai troppo stretto con i genitori, nonostante l’amore incondizionato.
Cosa rappresenta per te Sanremo?
Un appuntamento che ho sempre seguito, fin da piccola. E’ magia ed eleganza, quando il Festival è stato elegante. Lo seguivo per tutto, anche per i giovani che mi piacevano e per gli ospiti internazionali, interessanti nelle edizioni di Fazio e di Carlo Conti. Infatti sono contenta che quest’anno ci sia lui, ha fatto delle scelte di qualità in passato. Penso a Stromae.
Come ti stai avvicinando al Festival?
Paure ce ne sono, ma certamente è un’avventura bellissima. Adesso si corre, tanto che qualche volta ho il timore di non riuscire a tenere il passo. Finora ce l’ho fatta.
Qual è il tuo obiettivo per questo Festival?
Per me Sanremo rappresenta la possibilità di portare la mia musica a più persone possibili. E’ un grande trampolino, ma la direzione del salto la devo decidere io: vorrei fare della musica il mio mestiere. Finito il Festival vorrei suonare, anche in spazi intimi. Io sono anche una musicista di strada, ma felicissima di essere a Sanremo (un risultato che non mi aspettavo): una cosa non esclude l’altra.
Come sarà il tuo album?
L’ho confezionato con una preziosa squadra di lavoro, si intitola“Occhi”. Contiene quattro brani scritti da me e da Andrea Rodini, compreso “Mentre ti parlo”. C’è una canzone di Gina Fabiani, che scrive cose bellissime e ha anche una voce pazzesca. Un brano è di Eugenio Sournia, che fa parte della band Siberia e che ho conosciuto durante le selezioni di Sanremo Giovani. Ho inserito anche una cover, “Grande figlio di puttana”, scritta da Lucio Dalla e dagli Stadio. L’ho scelta perchè la ascolto sempre in macchina e la continuo a cantare.
La mia storia di cantautrice è iniziata quando ho avuto il coraggio di scrivere la frase ‘troverai i miei occhi magari meno storti’, perché quelle precise parole buttate su quel foglio erano me, la mia insicurezza e il mio orgoglio, il mio rapporto difficile con il mio sguardo imperfetto.
Perchè hai detto di fare ‘rock col pizzo e lo scialle’?
Perchè essere rock per me significa avere il coraggio di apparire come si è nel modo più naturale possibile. Mi piacciono i pizzi, non mi interessa aderire perfettamente all’idea comune che abbiamo del significato della parola rock.
Chi ha vinto Sanremo l’anno scorso?
Il Volo, e Giovanni Caccamo tra i giovani.