E’ la grande promessa musicale del 2016. Ha vinto il Best Critics’ Choice Award, come prima di lui hanno fatto Adele, Florence + the Machine, Ellie Goulding, Emeli Sandé, Sam Smith, James Bay. Conosciamo Jack Garratt
Jack Garratt: l’intervista
24 anni, cantautore, polistrumentista, produttore, one-man band: arrivi alla pubblicazione del tuo album già con un bottino di premi prestigiosi e una canzone ben nota come “Worry”. Hai timore delle aspettative che hai creato nel pubblico?
Sono molto emozionato, questo è un sogno diventato realtà. Ho passato gli ultimi cinque anni costruendo tutto questo; a un certo punto non riuscivo nemmeno a dormire bene per lo stress, c’è pressione su di me ed è ovvio. E’ magnifico e sì, fa anche paura. Sono grato di tutto questo, i premi che ho ricevuto sono incredibili per quello che rappresentano, non per il fatto che li abbia vinti io. Ho avuto una grande esposizione mediatica, non ero preparato a tutta questa attenzione, di cui ringrazio.
Prima di incontrarci con te, stavamo parlando del tuo sound: difficile etichettarlo, ognuno ci sente echi di qualcosa di diverso.
Voglio che la gente ne parli. Nella mia musica confluiscono influenze diverse, e probabilmente ognuno dentro ci ritrova i suoi ascolti. Va bene così, la musica è come un circolo di cose che si influenzano a vicenda, nel suono e nelle parole.
Sicuramente sei molto creativo, nel cercare e creare sonorità nuove.
Mi piace decostruire i generi musicali. Io faccio cose pazze, che non so nemmeno se funzioneranno… Cerco di fare il meglio che posso, ma al tempo stesso voglio tuffarmi dove l’acqua è fonda e non tocco. Ne ho bisogno. Ci vogliono coraggio e fiducia in sé stessi per farlo.
Cosa ci dobbiamo aspettare da “Phase” dopo aver schiacciato play?
Le canzoni parlano da sole: dovreste ascoltarle.
Tu sei polistrumentista: quanti strumenti suoni?
Quella di polistrumentista è una delle etichette che mi danno, ma io lo sono sempre stato fin da bambino, da quando la musica mi ha affascinato. Fa parte di me. È creatività che deve uscire, attraverso il piano, la batteria, la chitarra. (Jack suona anche altri strumenti, nda).
Sul palco sei da solo, e suoni tutti gli strumenti del caso. Come ti sei organizzato per le prossime performance live?
Nessuno fa quello che faccio, ma non perché io sia migliore degli altri: io lo faccio perchè voglio riprodurre i suoni che sento nella mia testa, non per vantarmi su un palco. Non c’è qualcosa da cliccare o un bottone da spingere, suono tutto io e se va male, va male. Penso che, un domani, potrei anche avere qualcuno con me sul palco per condividere la pressione di un concerto.
Tu produci anche i tuoi dischi.
Adesso in una settimana possiamo fare album di qualità professionale con un laptop, e pubblicarli in un giorno. Se non si vuole pagare per la musica, cala la qualità di quello che viene proposto. Ho Garage Band sul mio telefono e posso farci un disco, tranquillamente. Per fortuna esiste chi vuole scrivere bene i testi, e persone che cercano della sostanza nella musica. E che la rispettano.
Il 20 maggio Jack Garratt suonerà a Milano.