Il pullman diventa social e si trasforma in una soluzione di mobilità alternativa e divertente, con GoGoBus
“Sentiamo spesso parlare di car sharing, di ride sharing, di bike sharing, ma di bus sharing? A fine 2014 ci siamo fatti questa domanda, e abbiamo deciso di dare una risposta concreta creando GoGoBus”. Così Alessandro Zocca, CEO di GoGoBus, presenta la piattaforma di social bus sharing.
GoGoBus rappresenta un’alternativa per muoversi a basso costo, in modo sicuro, flessibile, abbracciando anche la comodità: “Pensiamo, ad esempio, all’opportunità di poter portare con sé un numero maggiore di bagagli rispetto ad altre tipologie di viaggio, come quella del ride sharing”.
GoGoBus: come funziona?
“Il funzionamento della piattaforma (sito web e app) è molto semplice: un utente cerca una destinazione – se non la trova può proporla – e la condivide sui suoi canali social in modo che chi vuole aggregarsi per il viaggio in pullman possa farlo subito. Al raggiungimento della trentesima prenotazione la partenza viene confermata e GoGoBus conferirà l’incarico a un’azienda di autonoleggio convenzionata – spiega Alessandro – Se il pullman si riempie ogni persona può risparmiare fino al 40% rispetto al prezzo iniziale. In questo modo sa che il costo sarà via via inferiore, non subirà rialzi e non aumenterà all’avvicinarsi della data di partenza come avviene spesso per treni e aerei”.
GoGoBus: com’è nata l’idea?
“Ci ispiriamo al modello delle compagnie aree low cost, che hanno reso possibile per molte persone la prenotazione di voli aerei che precedentemente non prendevano in considerazione – spiega sempre Alessandro – Noi rappresentiamo una realtà che si affianca alle altre modalità di trasporto e vogliamo dare semplicemente una soluzione in più, per permettere alle persone di avere più possibilità di scelta e di poter sperimentare anche un nuovo modo di viaggiare e di organizzare un viaggio, vivendo un’esperienza che si concentra molto anche sull’aspetto legato alla condivisione. Quest’ultimo elemento è importante non solo dal punto di vista ‘sociale’, ma anche per quanto riguarda il lato economico: il costo del noleggio, infatti, si divide tra i partecipanti e quindi il prezzo che paga il singolo viaggiatore diminuirà all’aumentare del numero di passeggeri. Inoltre, abbiamo avuto modo di studiare anche modelli di bus sharing sviluppati a Singapore o in Egitto, e si tratta di realtà che funzionano e che rappresentano delle valide alternative nell’ambito della mobilità”.