Il Rapporto 2015 AlmaLaurea sul Profilo dei laureati dell’Ateneo di Parma

AlmaLaurea presenta il XVII Profilo dei laureati italiani al convegno “I laureati tra (im)mobilità sociale e mobilità territoriale”, all’Università di Milano Bicocca, il 28 maggio 2015

I laureati dell’Ateneo di Parma del 2014, coinvolti nel XVII Profilo dei laureati, sono 5.191. Si tratta di 3.076 laureati di primo livello, 1.516 laureati nei percorsi magistrali biennali e 545 laureati a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma o del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.

Il Profilo dei laureati dell’Ateneo di Parma

Provenienza geografica, tipo di diploma e riuscita negli studi universitari dei laureati 2014

La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4%: 4,4% tra i triennali, 4,4% tra i magistrali a ciclo unico e 3,4% tra i magistrali biennali.

E’ in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 62% dei laureati 2014. In particolare, è il 59% per i laureati di primo livello, l’82% per i magistrali a ciclo unico e il 62% per i magistrali biennali.

La riuscita negli studi è rilevata attraverso l’età alla laurea, il ritardo all’iscrizione, la durata e la regolarità negli studi, ma anche la votazione di laurea.

L’età media alla laurea, oggi pari a 25,8 anni per il complesso dei laureati, varia tra 24,8 anni per i laureati di primo livello e 26,9 anni per i magistrali a ciclo unico e 27 per i magistrali biennali.

Su tale risultato incide sicuramente il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario, oggi più marcato rispetto a quanto non avvenisse prima dell’avvento della Riforma Universitaria. Si iscrivono con almeno due anni di ritardo rispetto all’età canonica (fissata a 19 anni per i laureati di primo livello e a ciclo unico; 22 anni per quelli magistrali) 13 laureati di primo livello su cento; sono 8 su cento tra i colleghi a ciclo unico e 35 su cento tra i magistrali biennali.

La durata media degli studi è pari a 4,4 anni: più nel dettaglio, è 4,4 anni per i laureati di primo livello, 7,1 anni per i magistrali a ciclo unico e 2,8 per i magistrali biennali.

Su cento laureati, 44 terminano l’università in corso: in particolare, sono 41 laureati triennali, 37 laureati a ciclo unico e 53 magistrali.

Il voto medio di laurea è pari a 99,4; in particolare, è 96,4 per i laureati di primo livello, 100,8 per i magistrali a ciclo unico e 105,2 per i magistrali biennali.

Famiglia di origine, esperienze maturate nel corso degli studi, soddisfazione rispetto al corso concluso

Il contesto socio-familiare. Dal Rapporto emerge che ancora oggi 70 giovani su cento portano per la prima volta il titolo in famiglia: nel dettaglio sono 72 su cento tra i laureati di primo livello, 53 su centro fra i laureati a ciclo unico e 70 su cento fra i laureati magistrali.

Proviene da fuori regione il 43% dei laureati (41% tra i triennali, 49% tra i laureati a ciclo unico e 46% tra i magistrali).

I laureati che hanno svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi sono pari al 63%. In particolare, sono il 69% dei laureati di primo livello, il 54% dei laureati magistrali a ciclo unico e il 57% dei laureati magistrali (68% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio).

Le esperienze di studio all’estero coinvolgono complessivamente l’11% dei laureati 2014 dell’Ateneo di Parma: con programmi dell’Unione Europea (Erasmus in primo luogo), con altre esperienze riconosciute dal corso di studi o su iniziative personali. Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea riguardano l’8% di tutti i laureati: il 6% dei primo livello, il 15% dei magistrali a ciclo unico e l’11% dei laureati magistrali (quota che sale al 15% considerando anche coloro che le hanno svolte solo nel triennio).

Il lavoro durante gli studi. Il 66% dei laureati 2014 dell’Ateneo di Parma ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 66% tra i laureati di primo livello, il 60% tra i magistrali a ciclo unico, il 68% tra i magistrali biennali.

La soddisfazione per l’esperienza universitaria. Quanti, potendo tornare indietro, si iscriverebbero di nuovo all’Università? Conferma la scelta del corso e dell’Ateneo il 63% dei laureati (59% per il primo livello, 64% per i magistrali a ciclo unico e 71% per i laureati magistrali). Una quota ulteriore si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso: in particolare è il 10% dei laureati di primo livello, il 4% dei magistrali a ciclo unico e dei laureati magistrali.

E dopo la laurea? Il 61% dei laureati dell’Ateneo di Parma intende proseguire gli studi. In particolare, si tratta del 75% fra i laureati di primo livello (soprattutto con l’iscrizione alla magistrale), il 68% fra i magistrali a ciclo unico e il 29% fra i laureati magistrali.

Il contesto nazionale

Provenienza geografica, tipo di diploma e riuscita negli studi universitari dei laureati 2014

Grazie alla stretta collaborazione tra il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e l’Iniziativa Stella, che ha recentemente portato all’ingresso di altre sei Università (Bergamo, Brescia, Milano Statale, Palermo, Pavia e Pisa) all’interno del sistema AlmaLaurea – che rappresenta oggi oltre il 90% dei laureati italiani – è possibile tracciare un sintetico quadro dei laureati italiani del 2014. Nello specifico, l’integrazione della documentazione raccolta, distintamente dalle due strutture, nel corso del 2014 riguarda circa 270mila laureati di 72 università italiane.

La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 3,3%: 3,1% tra i triennali, 3% tra i magistrali a ciclo unico e 4% tra i magistrali biennali.

E’ in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 64% dei laureati 2014. In particolare, è il 61% dei laureati di primo livello, l’82% dei magistrali a ciclo unico e il 64% dei magistrali biennali.

La riuscita negli studi è rilevata attraverso l’età alla laurea, il ritardo all’iscrizione, la durata e la regolarità negli studi, ma anche la votazione di laurea.

L’età media alla laurea, oggi pari a 26,4 anni per il complesso dei laureati, varia tra 25,3 anni per i laureati di primo livello e 26,9 anni per i magistrali a ciclo unico e 27,7 per i magistrali biennali.

Su tale risultato incide sicuramente il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario, oggi più marcato rispetto a quanto non avvenisse prima dell’avvento della Riforma universitaria. Si iscrivono con almeno due anni di ritardo rispetto all’età canonica (fissata a 19 anni per i laureati di primo livello e a ciclo unico; 22 anni per quelli magistrali) 16 laureati di primo livello su cento; sono 8 su cento tra i colleghi a ciclo unico e 42 su cento tra i magistrali biennali.

La durata media degli studi è pari a 4,6 anni: più nel dettaglio, è di 4,6 anni per i laureati di primo livello, 7,1 anni per i magistrali a ciclo unico e 2,8 per i magistrali biennali.

Su cento laureati, 45 terminano l’università in corso: in particolare, sono 44 laureati triennali, 34 laureati a ciclo unico e 54 magistrali.

Il voto medio di laurea è pari a 102,2; in particolare, è 99,4 per i laureati di primo livello, 103,8 per i magistrali a ciclo unico e 107,5 per i magistrali biennali.

Famiglia di origine, esperienze maturate nel corso degli studi, soddisfazione rispetto al corso concluso

Dal Rapporto, circoscritto ai 64 Atenei che aderiscono al Consorzio da almeno un anno, emerge che ancora oggi 71 giovani su cento portano per la prima volta il titolo in famiglia; nel dettaglio, sono 74 su cento tra i laureati di primo livello, 54 su cento fra quelli a ciclo unico e 69 su cento fra i laureati magistrali.

Proviene da fuori regione il 22% dei laureati (19% tra i triennali, 21% tra i laureati a ciclo unico e 26% tra i magistrali).

I laureati che hanno svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi sono pari al 57%. In particolare, sono il 60% dei laureati di primo livello; il 40% dei laureati magistrali a ciclo unico e il 57% dei laureati magistrali (70% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio).

Le esperienze di studio all’estero coinvolgono complessivamente il 12% dei laureati 2014: con programmi dell’Unione Europea (Erasmus in primo luogo), con altre esperienze riconosciute dal corso di studi o su iniziative personali. Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea riguardano il 10% di tutti i laureati: il 7% del primo livello, il 15% dei magistrali a ciclo unico e il 13% dei laureati magistrali (quota che sale al 18% considerando anche coloro che le hanno svolte solo nel triennio).

Il 67% dei laureati 2014 ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 67% tra i laureati di primo livello, il 59% tra i magistrali a ciclo unico, il 69% tra i magistrali biennali.

Quanti, potendo tornare indietro, si iscriverebbero di nuovo all’Università? Conferma la scelta del corso e dell’Ateneo il 67% dei laureati italiani (64% per il primo livello, 65% per i magistrali a ciclo unico e 72% per i laureati magistrali). Una quota ulteriore si riscriverebbe alla stessa Università, ma cambiando corso: in particolare, è l’11% dei laureati di primo livello, il 7% dei magistrali a ciclo unico e il 6% dei laureati magistrali.

E dopo la laurea? Il 64% dei laureati intende proseguire gli studi. In particolare, si tratta del 77% fra i laureati di primo livello (soprattutto con l’iscrizione alla magistrale), il 66% fra i magistrali a ciclo unico e il 38% fra i laureati magistrali.

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