Valutazione Impatto Salute: uno strumento per salvaguardare la salute di chi vive intorno a Malpensa

I ricoveri delle persone residenti nell’area di Malpensa sono aumentati del 10% tra il 1997 e il 2006: ma non tanto per problemi legati a malattie respiratorie, bensì per problemi cardiocircolatori. È quanto emerso nel corso della tavola rotonda “L’impatto delle attività aeroportuali sulla qualità della vita delle popolazioni residenti”, svoltasi sabato 29 novembre a Busto Arsizio, nella sede dell’Università degli Studi dell’Insubria

«Grazie ai dati derivanti dallo studio SERA (Studio sugli Effetti del Rumore Aeroportuale), finanziato dal Ministero della Salute, è stato possibile valutare l’impatto del rumore aeroportuale sulla popolazione residente nell’arco di 5 Km da 6 aeroporti italiani, tra cui quello di Malpensa: in particolare, nella popolazione esposta si stima che il 21% dei casi di ipertensione (oltre 4.500 persone di 35-74 anni) sia attribuibile al rumore aeroportuale» – ha spiegato il dottor Salvatore Pisani, responsabile dell’Osservatorio Epidemiologico dell’Asl di Varese. «Attualmente le evidenze scientifiche mostrano che l’impatto sanitario degli aeroporti è più chiaramente legato a disturbi da rumore che da inquinamento dell’aria – continua Pisani – . Anche la sorveglianza relativa alla mortalità nei Comuni del CUV (Consorzio Urbanistico Volontario), circostanti a Malpensa, indica che, rispetto al valore provinciale, in 15 anni il rischio complessivo di morte (in buona parte dovuta a malattie cardiovascolari) è più elevato (+3%), mentre il rischio di morte per malattie respiratorie è più basso (-9%)».

Il professor Ian Marc Bonapace, docente di Patologia e Oncologia molecolare dell’Università dell’Insubria, ha illustrato i risultati preliminari della morbilità dall’analisi delle Schede di Dimissione Ospedaliere (SDO) riguardanti i dati di ricovero dell’area CUV (Consorzio Urbanistico volontario dei comuni di Somma Lombardo, Arsago Seprio, Casorate Sempione, Cardano al Campo, Ferno, Golasecca, Samarate, Vizzola Ticino), rapportati al resto della Provincia. «Le nostre analisi riguardano il periodo temporale dal 1997 fino al 2010, anche se il confronto è disomogeneo in quanto dal 2006 alcune prestazioni ospedaliere sono diventate ambulatoriali – ha puntualizzato Bonapace – . Dall’analisi è emerso che le richieste di ricovero nel CUV sono aumentate complessivamente del 10% circa rispetto al resto della provincia dal 1997 al 2006. In particolare, mentre nel resto della provincia di Varese la richiesta di ricovero per patologie cardiocircolatorie è diminuita del 10% circa, nel Cuv è aumentata dell’8% circa, il che aumenta ancora di più il divario. E nell’ambito di queste patologie l’ipertensione è aumentata del 15% – ha spiegato Bonapace – . A essere sotto accusa è il rumore degli aerei e il problema riguarda principalmente le donne di una certa età, ossia le persone che trascorrono la maggior parte del tempo in casa. Il problema potrebbe trovare una semplice soluzione con l’insonorizzazione delle abitazioni per le aree in cui le misurazioni dell’inquinamento superano i 55/60 decibel, come Ferno e Casorate Sempione».

Un altro dato che emerge dai risultati preliminari della morbilità dall’analisi delle Schede di Dimissione Ospedaliere è «un aumento tra il 1997 e il 2006 delle richieste di ricovero per complicazioni di gravidanza, parto e puerperio, pari al 10%, problema generalizzato per tutta la provincia di Varese e che risulta superiore del 10% nella zona del Cuv rispetto al resto della provincia. Per quanto riguarda i tumori, la richiesta di ospedalizzazione resta stabile per i residenti nel Cuv, mentre per il resto della provincia cala, ma anche per questo insieme di patologie è necessaria una indagine in collaborazione con il registro tumori» ha continuato Bonapace.

«Tutte queste analisi vanno approfondite alla luce di ulteriori elementi di riscontro, dal momento che i ricoveri mostrano tassi elevati anche in altre aree della provincia, e risentono del rapporto tra domanda e offerta, della diversa possibilità d’accesso agli ospedali e del diverso modo di trattamento (ospedaliero o ambulatoriale) dei pazienti» concordano Pisani e Bonapace.

Alla tavola rotonda hanno preso parte anche il dottor Matteo Lazzarini dell’ARPA Lombardia che ha esposto i risultati delle analisi dell’aria della provincia di Varese, con particolare riferimento all’area di Malpensa; il dottor Mario Anastasio Aspesi, membro del Consiglio di Amministrazione del Gruppo SEA, che ha portato il contributo della società che gestisce lo scalo aeroportuale e il dottor Pietro Imbrogno, Area Dipartimentale Salute e Ambiente, ASL Bergamo, che ha presentato uno “Studio sull’impatto sulla salute dell’aeroporto di Orio al Serio”. Il dottor Fabrizio Bianchi, responsabile dell’UO Epidemiologia ambientale, Istituto di Fisiologia Clinica, CNR, che ha concluso i lavori proponendo un nuovo strumento per la valutazione degli effetti sulla salute di azioni, progetti o specifici avvenimenti: la Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS): strumento per la elaborazione del rischio per la salute dei cittadini sottoposti a pressioni ambientali di diversa natura.

«L’obiettivo di questa iniziativa è stato quello di mettere intorno a un tavolo medici, esperti e amministratori locali, non soltanto per esporre i problemi, ma anche per avviare una discussione sulla complessa relazione tra esigenza di sviluppo dell’aeroporto di Malpensa e la salvaguardia della salute delle popolazioni residenti, che porti a identificare soluzioni attuabili – conclude il professor Bonapace – attraverso l’adozione di uno strumento quale la Valutazione di Impatto Salute, sostenuta sia dalle amministrazioni locali che dagli operatori socio-sanitari, per i programmi di sviluppo dell’aerostazione».

 

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