Startup italiane pronte ad assumere ma mancano le competenze

Secondo l’Osservatorio Startupper’s Voice, realizzato da SWG per la holding di investimenti LVenture Group, più di due terzi delle startup italiane (78%) sono pronte ad assumere ma hanno difficoltà a trovare competenze adeguate

Più di due terzi (78%) delle startup italiane è intenzionata ad assumere nel breve o lungo periodo, ma lamenta difficoltà nel trovare competenze.

Il 40% delle startup sta infatti attualmente cercando del personale e il 38% pensa di farlo nel giro dei prossimi 6 mesi. Ma solo il 15% di queste sostiene che la maggior parte dei candidati incontrati ha le competenze richieste, mentre ben il 65% sottolinea che solo una minoranza dei candidati dispone delle capacità necessarie. Una situazione di fatto che riduce le possibilità di occupazione qualificata e di sviluppo imprenditoriale nel nostro Paese.

Sono questi i principali risultati che emergono dall’Osservatorio Startupper’s Voice, il primo progetto che ha lo scopo di rappresentare le opinioni dei creatori di nuova impresa in Italia in merito a imprenditorialità, innovazione e crescita economica.

L’Osservatorio è stato commissionato da LVenture Group, holding di partecipazioni quotata in Borsa Italiana, a SWG. LVenture Group gestisce anche l’acceleratore di startup LUISS ENLABS “La fabbrica delle startup” che ha sede presso la Stazione Termini di Roma. LVenture Group intende in particolare dare voce ai giovani protagonisti della creazione d’impresa le cui opinioni non sono state ad oggi rilevate in maniera strutturata. Per questo primo rapporto SWG ha sondato un campione di circa 200 startup italiane.

I nuovi imprenditori dimostrano anche una forte volontà di fare impresa. Infatti, se le cose dovessero andare male al primo tentativo più della metà sarebbe pronta a rilanciare, in Italia o all’estero. Questa seconda opzione è tra l’altro praticamente paritaria a quella di rimanere nel nostro Paese. In caso di rilancio, la destinazione preferita è Londra (55%) seguita da San Francisco (37%) e Berlino (26%) che supera di poco New York (23%).

Rispetto al resto del Paese gli startupper, per sostenere lo sviluppo economico del nostro Paese, suggeriscono con maggiore forza la riduzione della burocrazia (63%), l’incremento degli investimenti privati nelle imprese (27%) e il pieno sviluppo dei contenuti dell’Agenda Digitale (16%).

A proposito delle risorse più ricercate, il 79% delle startup indica gli esperti di programmazione, seguiti dai gestori di social media marketing, pressoché a pari merito, e dagli esperti in amministrazione e finanza.

Tra le figure più importanti, il sondaggio rileva che è difficile trovare programmatori e amministratori con adeguato grado di preparazione mentre è più facile reperire social media manager e analisti di dati.

“Il sondaggio testimonia la voglia di fare impresa innovativa che c’è nel nostro Paese” – afferma Luigi Capello, Amministratore Delegato di LVenture Group. “Perché questa spinta porti a risultati concreti serve però un contesto che fornisca a sua volta il proprio contributo: disponibilità di risorse qualificate, di capitali privati e di supporto pubblico. Altrimenti il rischio è che queste importanti energie si dirigano altrove”.

“La creazione di un ecosistema che metta in circolo virtuoso startup, capitali privati e know-how accademico potrebbe aiutare decisamente lo sviluppo di queste nuove realtà e favorire la realizzazione di un’Italia più meritocratica, innovativa ed efficiente che è in cima ai desideri di chi opera nelle nuove imprese” conclude Capello.

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