Quanto spendono davvero i turisti stranieri in Italia?

Turismo incoming organizzato, gli ultimi dati CISET-Ca’ Focari per Confturismo-Confcommercio

Il turismo incoming organizzato: una risorsa per l’economia italiana, ma bisogna rafforzare la competitività del sistema. Se ne discute al Convegno “Il sistema turistico italiano all’appuntamento con l’Expo 2015: dalla spesa degli stranieri all’analisi della filiera”.

Un fatturato generato dalla vendita di pacchetti ai turisti stranieri pari a 5,7 miliardi di Euro, di cui 2,7 miliardi (pari al 47,1%) rimane in Italia, mentre i restanti 3,0 miliardi (52,9%) vanno a remunerare la filiera estera.

Fatturato in Italia che sale, però, da 2,7 miliardi a 4,8 miliardi di Euro se si considerano anche le spese extra pacchetto che i turisti fanno una volta arrivati a destinazione, pari a circa 2,1 mld Euro.

Questi i principali risultati emersi dalla ricerca condotta da CISET (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica) dell’Università Ca’ Foscari Venezia, per conto di Confturismo-Confcommercio.

Obiettivo principale dello studio quello di misurare l’impatto economico che il turismo incoming organizzato ha sul territorio nazionale. A partire dai dati sul comportamento di spesa dei turisti stranieri in Italia, forniti dalla Banca d’Italia, e dalla scomposizione del prezzo dei pacchetti nelle sue componenti principali – grazie ad una serie di interviste approfondite condotte con un gruppo di Tour operator italiani – il fatturato totale derivante dalla vendita dei pacchetti (5,7 miliardi di Euro) è stato innanzitutto depurato dal costo del trasporto effettuato da vettori internazionali (che pesa per il 39% sul costo finale del pacchetto). Dopodiché, dal prezzo così depurato è stato detratto il mark up del Tour operator estero e la remunerazione del canale distributivo ad esso collegato (che pesano, complessivamente, per il 12,2%) più altri elementi residuali.

Il totale delle detrazioni ammonta, perciò, al 52,9% del fatturato totale

Voci principali

Euro (mln)

%

Fatturato totale generato dalla vendita dei pacchetti

5.703,24

100%

Spese per trasporto internazionale che vanno all’estero

2.226,20

39,0%

Fatturato al netto spese di trasporto vettori internazionali

3.477,04

61,0%

Mark up del TO estero e remunerazione canale distributivo internaz.

695,41

12,2%

Fatturato lordo dei pacchetti che rimane in Italia

2.781,63

48,8%

Importazioni

96,55

1,7%

Fatturato netto dei pacchetti che rimane in Italia

2.685,08

47,1%

Fatturato dei pacchetti che va all’estero

3,018,16

52,9%

A fronte di un turismo incoming organizzato che nel 2012 ha registrato performance decisamente migliori rispetto all’incoming totale, sia in termini di arrivi che di spesa – +7,2% e del +12,5%, rispettivamente, contro +0,6% e +3,8% per l’incoming totale – la filiera italiana cattura quindi meno del 50% dei ricavi totali (47,1%).

Ma il contributo che il turismo incoming da’ all’economia italiana, come evidenziato dall’analisi svolta dal CISET, è ben superiore a quanto derivante dalla vendita dei pacchetti.

Le spese extra pacchetto fatte a destinazione ammontano, infatti, a circa 2,1 miliardi di Euro che, sommati al fatturato dei pacchetti che rimane in Italia, fanno un totale di 4,8 miliardi di Euro. In particolare, un turista internazionale che sceglie di acquistare un pacchetto per un soggiorno o un tour in Italia spende, in media, 1.054 Euro per il pacchetto, ma lascia sul territorio altri 388 Euro a testa di spesa extra (vedi tabella).

Di questi 388 Euro, il 42% circa va alla ristorazione, il 40% allo shopping, il 7% ai trasferimenti locali, l’8% alle altre spese (visite alle attrazioni, guide, ecc.) ed appena il 3% all’alloggio (ad esempio, notte extra prima o dopo la fine del tour).

Spese dei turisti internazionali con pacchetto in Italia (Euro)

2012

Spesa media  per pacchetto a persona

1.053,88

Spesa media pacchetto pro capite per notte

156,69

Spesa media extra a destinazione a persona

387,80

Spesa media extra destinazione pro capite per notte

57,66

Perm. media (gg.)

7,05

Facendo, poi, un focus, su quattro dei principali paesi di origine dei turisti diretti in Italia, e cioè Germania, Russia, USA e Giappone (che generano il 40% circa del movimento turistico incoming totale), la filiera dell’intermediazione incoming italiana evidenzia performance differenziate a seconda del paese considerato.

Se nel caso dei pacchetti venduti in Germania e Russia, oltre il 50% del fatturato rimane in Italia (rispettivamente, il 54,4% ed il 58,2%), per i pacchetti commercializzati in USA e Giappone i ricavi netti degli operatori italiani scendono, rispettivamente, al 47,9% e al 49,3% del fatturato totale (vedi tabella). Questo data la maggiore incidenza di voli operati da vettori internazionali e il tendenziale superiore potere di acquisto delle controparti estere.

Media incoming organizzato

Germania

Russia

USA

Giappone

Fatturato dei pacchetti che rimane in Italia (% sul fatturato totale pacchetto)

 

47,1%

 

54,4%

 

58,2%

 

47,9%

 

49,3%

Spesa media per pacchetto

1.053,88

652,02

923,44

1.773,10

2.449,95

Spese medie extra a destinazione

 

387,80

 

193,93

 

800,19

 

555,25

 

668,90

Da notare, inoltre, come i mercati che risultano in proporzione meno remunerativi per i tour operator italiani, sono in genere quelli più remunerativi per il territorio nazionale. Ad esempio, i turisti statunitensi e giapponesi registrano, in media, spese extra pacchetto pari a 555 Euro e 669 Euro a testa, rispettivamente, contro una media di 388 Euro. Fa eccezione la Russia: il 58% del fatturato sui pacchetti venduti in tale paese rimane in Italia e i russi spendono, inoltre, sul territorio nazionale circa 800 Euro a testa a viaggio (vedi tabella).

Lo studio rappresenta il primo tentativo di analizzare la filiera del turismo organizzato incoming in Italia e di quantificare l’impatto economico delle attività da essi svolte, oltre che delle spese extra sostenute dai turisti stranieri con pacchetto nel nostro Paese. L’analisi condotta dal CISET fornisce una valutazione completa e attendibile, coerente con il resto del sistema produttivo nazionale e in linea con gli strumenti di analisi più rigorosi e, in particolare, con il Conto Satellite del Turismo nazionale.

 

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