Lavoro minorile: Fao, serve più impegno

Eliminare le forme peggiori di lavoro minorile entro il 2016.
L’impegno concordato a livello internazionale rischia ora di non veder la luce: “se le nazioni non aumenteranno i loro sforzi per combattere il lavoro minorile in agricoltura” non ci saranno miglioramenti ha dichiarato la Fao.
Nel corso della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, la Fao ha lasciato delle dichiarazione e dei moniti che faremo bene a seguire tutti.
“Vi sono nel mondo 215 milioni di minori impiegati come lavoratori, e di questi circa 130 milioni sono ragazzi e ragazze tra i 5 e i 17 anni d’età che lavorano nel settore agricolo, inclusi allevamento, pesca e silvicoltura. Molti di loro sono impiegati in lavori pericolosi. Solo uno su cinque viene retribuito – la maggior parte sono lavoratori non pagati all’interno del nucleo familiare, secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo). La povertà diffusa è al tempo stesso una delle principali cause e conseguenze del lavoro minorile nelle aree rurali. Il lavoro pericoloso spesso mette a rischio la salute sia fisica sia morale dei minori. Un ragazzo che lavora in un campo in cui sono stati usati pesticidi, che resta sveglio tutta la notte su una nave da pesca, o che trasporta carichi tanto pesanti da danneggiarne lo sviluppo fisico – sono tutti esempi ben troppo comuni di lavoro rischioso in agricoltura”.
Josè Graziano da Silva, direttore generale della Fao: “il lavoro minorile è una violazione dei diritti umani e un ostacolo allo sviluppo agricolo sostenibile e alla sicurezza alimentare, il lavoro che danneggia la salute e la crescita del bambino può avere effetti di lunga durata che si ripercuotono nell’età adulta, ed è stato ripetutamente provato come il lavoro minorile abbia un impatto negativo sull’istruzione”.
“Il lavoro minorile mina fortemente gli sforzi volti a promuovere un’occupazione giovanile dignitosa, elemento cruciale per risollevare il settore agricolo in tutto il mondo e ridurre la povertà”.

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