Diga di Enguri
Diga di Enguri

Milano-Bicocca alla testa del progetto NATO Science For Peace

L’ateneo guiderà per i prossimi tre anni nel Caucaso un programma con l’obiettivo di migliorare la collaborazione scientifica tra gli stati dell’ex-Unione Sovietica e l’Occidente e di prevenire possibili situazioni di conflitto sociale in Asia centrale attraverso studi di prevenzione dei rischi naturali. Al via il prossimo 3 novembre la prima missione ufficiale

Su mandato della NATO, l’Università di Milano-Bicocca guiderà per i prossimi tre anni un programma di Science for Peace coordinato da Alessandro Tibaldi del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra.

Tra gli obiettivi del programma, lo studio dei rischi naturali che potrebbero minare la stabilità sociale e geopolitica di una delicata regione transcaucasica posta tra la Georgia e la regione separatista dell’Abcasia.

Tibaldi dirigerà un team internazionale composto da ricercatori provenienti da Stati Uniti, Italia, Inghilterra, Svizzera, Georgia, Kazakhstan e Azerbaijan che si occuperà di valutare i rischi connessi con la sismicità, le frane, e la dispersione di inquinanti nella regione circostante la diga di Enguri, la seconda diga ad arco più alta del mondo e in grado di fornire il 75% dell’energia elettrica della Georgia.

Mentre la diga si trova in territorio georgiano, gli impianti idroelettrici connessi si trovano nei territori di cui l’Abcasia reclama la sovranità. Eventuali problemi alla diga e agli impianti idroelettrici si ripercuoterebbero quindi sull’intero sistema produttivo e infrastrutturale della Georgia, nonché sulle regioni separatiste dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud che ne ricevono l’energia.

La precarietà politica nell’area deriva dalle guerre abcaso-georgiane, svoltesi nel 1991-1993 e nel 1998, che provocarono un numero imprecisato di vittime, tra i 10.000 e i 30.000 georgiani, uccisi dai separatisti abcasi. Più recentemente, nel 2008, il territorio è stato sconvolto dalla seconda guerra dell’Ossezia del Sud, combattuta dalla Georgia da una parte, e da Russia, Ossezia del Sud e Abcasia dall’altra, per un totale di almeno 2000 morti.

Il progetto Science For Peace durerà tre anni e la prima missione, sotto l’egida della NATO, inizierà il prossimo 3 novembre a Tbilisi con un incontro tra gli scienziati del progetto, il ministro per la Protezione dell’Ambiente della Georgia e rappresentanti della NATO, a cui seguirà una prima ispezione della diga e delle aree circostanti.

«Il progetto – dichiara Alessandro Tibaldi – ha già raggiunto un risultato: quello di porre intorno a uno stesso tavolo di lavoro scienziati di paesi della NATO e dell’ex-Unione Sovietica, superando gli intricati ostacoli burocratici e diplomatici. L’attenzione per la diga di Enguri è molto alta, in quanto si tratta di un’opera realizzata a partire dal 1961, durante l’era sovietica, senza tenere sufficientemente conto dei possibili rischi geologici che la potrebbero interessare. Negli ultimi decenni sono stati fatti grandi passi in avanti nei metodi di studio per migliorare le conoscenze dei rischi naturali e per fare prevenzione, e questo sapere deve essere messo in pratica soprattutto laddove vi siano delle infrastrutture di particolare rilevanza per l’economia e per la stabilità politico-sociale di una regione, come nel caso di Enguri».

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