The Amazing Spider Man 2 – Il potere di Electro

Alla guida di The Amazing Spider Man 2 – Il potere di Electro c’è, come nel primo, ancora Marc Weeb che ha rispettato gli accordi fatti con la Marvel, ossia il legame strettissimo con il fumetto. Da questo l’uomo ragno prende sia il disegno della tuta (gli occhi nello specifico) e l’aria divertita e scanzonata, come già nel film precedente e diverso dallo spider man di Sam Raimi

In questo secondo capitolo del reboot cinematografico (ci saranno altri due film per un totale di 4) il super eroe che lancia ragnatele è alle prese con una scelta davvero difficile: lasciare la sua fidanzata, Gwen Stacy, per non metterla più in pericolo (come promesso al padre di lei in punto di morte) e continuare a combattere il crimine che serpeggia a New York, oppure mettere da parte la sua tuta e dedicarsi all’amata. Peter Parker è combattuto tra due nature di tipo diverso ed è qui che esce anche la vera natura del regista. Il film che lo ha portato al successo è stato 500 giorni insieme, il cui titolo non tradisce il genere romantico ed è proprio nella parte romantica di questa nuova pellicola che se la cava meglio.

Tutta la storia dei due innamorati è ben scritta e ben girata, con tanto di colpo di scena, anzi forse l’unico, ma stiamo parlando di un film su un super eroe e purtroppo quest’altra natura della storia tentenna un po’. Tanto per cominciare l’uomo ragno deve combattere contro tre villain e sono davvero troppi anche per un super eroe, ma oltretutto sono gestiti male e eliminati quasi frettolosamente nei minuti finali. Probabile che in fase di sceneggiatura Alex Kurtzman non si sia reso conto di aver esagerato con il materiale, dunque ecco la difficoltà di stare nei tempi, nonostante stiamo parlando di oltre due ore di film, anche questo davvero troppo.

C’è da aggiungere che il cattivo principale è anche il più ridicolo fra i personaggi, Jamie Foxx fa quel che può nel vestire i panni di Electro, ma è un attore non un super eroe. Ogni volta che apre bocca i suoi dialoghi sono sciocchi al punto tale da far sorridere, ma non potrebbe essere diversamente visto che prima di trasformarsi, il suo lato umano Max, è un incrocio tra una caricatura e un super nerd che, in quanto tale, non ha amici, ma neanche rispetto per sé. Poi ci sono Dan DeHaan che dà vita al letale Goblin e il grandioso Paul Giamatti che veste i panni dello spietato Rhino. La regia è comunque spettacolare con soggettive in caduta libera e scene adrenaliniche, ma quando la sceneggiatura traballa si sa che il film ne risente.

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